MIMOSA - significato
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MIMOSA - significato

(tratto dal libro di Alfredo Cattabiani "Florario. Miti, leggende e simboli di fiori e piante", Edizioni Oscar Mondadori. Un libro da leggere e consultare ! )

La mimosa, come tutte le acacie, simbolo di Rinascita

L'8 marzo, giornata intemazionale della donna, si celebra con un rametto di mimosa: è un'usanza nata a Roma nel 1946.

Conclusa la guerra, l'8 marzo venne festeggiato anche in Italia: in una riunione preparatoria nella capitale nacque l'idea di mettere all'occhiello un fiore che potesse caratterizzare la giornata.

«Ci voleva un fiore reperibile agli inizi di marzo» riferisce una delle protagoniste di quella scelta, Marisa Rodano «poiché all'epoca le serre erano poche e non arrivavano fiori in aereo. A noi giovani romane vennero quindi in mente quegli alberi coperti di fiori gialli, quando le piante erano ancora spoglie, che crescevano rigogliosi in tanti giardini di Roma e dei Castelli.»

La mimosa, che in botanica è chiamata Acacia dealbata, è stata introdotta dalla Tasmania in Europa all'inizio del secolo scorso.

Il suo nome corrente genera tuttavia confusione, perché rischia di far confondere l'Acacia dealbata con la Mimosa pudica. Quest'ultima, pur appartenendo alla stessa famiglia delle Mimosaceae, è una pianta semilegnosa alta non più di sessanta centimetri, spinosa, dai fiori rosa-violacei, originaria del Brasile. È chiamata pudica o, in italiano, sensitiva, perché al minimo tocco le foglioline si piegano l'una sull'altra mentre i segmenti si accostano tra loro e il picciolo si abbassa.

Lo stimolo si propaga da una foglia all'altra di uno stesso ramo, sicché non poteva non ispirare, oltre al nome botanico, anche il simbolo della Pudicizia.

La proposta della Rodano e delle sue compagne ebbe successo: la mimosa fiorita venne offerta dai bimbi alle mamme, dai fidanzati alle fidanzate, dai mariti alle mogli, dai dirigenti alle impiegate. Una scelta felice anche simbolicamente perché la mimosa indica il passaggio dalla morte a uno stato di luce nella Luce.

È un simbolismo comune a tutte le acacie che hanno rappresentato l'idea di Resurrezione nelle religioni precristiane e il Cristo resuscitato nelle Chiese primitive d'Oriente e d'Egitto; caratteristica che si ritrova nelle società ermetiche del Medioevo e nella Massoneria.

In un ex libris ermetico del XVIII secolo, proveniente da Poitiers e riprodotto da Louis Charbonneau-Lassay nel Giardino del Cristo ferito, l'acacia come simbolo del Cristo resuscitato, ha tre radici maestre e tre rami maestri, perché il Redentore è resuscitato allo scoccare del terzo giorno.

L'albero porta sul tronco il Pellicano che resuscita i suoi piccoli con l'abluzione del suo sangue, ed è circondato dal serpente- cerchio, l'ouroboros, emblema delI'Eterno; è lo stesso significato delle figure del Sole e della Luna che poste su due specie di obelischi, a destra e a sinistra dell'acacia, sono, insieme, simbolo di Glorificazione e di Eternità, come spiega Charbonneau-Lassay.

È dunque un emblema di Rinasdta, di Vittoria; ma, essendo una pianta eccezionalmente vitale e robusta nonostante il suo aspetto fragile, potrebbe evocare anche l'Energia «celata» della femminilità.

Se la mimosa è una creazione italiana, la giornata internazionale della donna è nata invece negli Stati Uniti il 3 maggio 1908, a un raduno delle donne socialiste svoltosi al Garden Theater di Chicago, dove il partito teneva ogni domenica una conferenza.

Quella volta mancò il conferenziere, e le donne ne approfittarono per organizzare la prima giornata della donna.

L'iniziativa venne successivamente proposta a livello intemazionale e in molte nazioni si cominciò a celebrarla, ma in date diverse: soltanto nel 1921 furono unificate all'8 marzo dalla seconda conferenza delle donne comuniste a Mosca, in ricordo del giorno della prima manifestazione delle operaie di Pietroburgo contro il regime zarista, che si era svolta nel 1917.

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